San Francesco non era entrato in un roseto coltivato e profumato, ma in un roseto silvestre, dove le rose per amore del Santo divennero prive di spine.
L’umile rosa delle siepi (Rosa canina L.) cresce spontanea nel sottobosco e nei cespugli dei campi incolti. Ai fiori succedono i falsi frutti (cinnorodi) che ai primi freddi si colorano di rosso vivo. Queste bacche sono ripiene di semi e peli urticanti che vengono tolti al momento dell’essicazione o nella preparazione di marmellate.
La polpa acidula, molto usata in terapia, ha proprietà antinfiammatorie, è ricchissima di vitamina C, favorisce il funzionamento dei reni, adatta alle infiammazioni della vescica, alla leucorrea (perdite bianche), alla diarrea per l’azione astringente dovuta alla presenza di tannini, valida per l’osteoporosi postmenopausa.
Fu chiamata rosa canina, sembra, per la capacità delle sue radici di guarire il morso dei cani idrofobi.
Ippocrate e Galeno consideravano la conserva di rose canine come il rimedio più efficace per la tisi polmonare.
Alcune soluzioni, per utilizzare al meglio le proprietà di tale pianta, possono essere:
-Il Macerato Glicerico o Gemmoderivato, aiuta la persona ad affrontare in modo migliore l’inverno e a evitare le ricadute influenzali. Soprattutto viene utilizzato in pediatria proprio per le infezioni dell’apparato respiratorio.
-La Tintura Madre, oltre alle suddette qualità ha anche un’azione ipoglicemizzante.
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Con le bacche di rosa canina si può preparare un decotto da assumere come tonico, come stimolatore delle difese immunitarie e negli stati di angoscia, molto apprezzato in questi mesi invernali dove la pioggia, il freddo e la poca luce ci mettono in uno stato di “Ko”. Prendere 40 grammi di frutti (già spezzettati, privati di semi e pelucchi) metterli a macerare in un litro di acqua per un’ oretta e poi far bollire la stessa con due fettine di radice di zenzero fresco, per 5 minuti, filtrare e bere due tazze al giorno.
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In cosmetica per la ricchezza di flavonoidi, vitamina P, carotenoidi e antociani questa pianta viene impiegata nella cura della pelle per trattamenti emollienti e protettivi, nonchè per schiarire i capillari
Vi consiglio una vaporizzazione astringente per pori dilatati:
50 g di bacche contuse di rosa canina
30 g di foglie di rovo
5 gocce di olio essenziale di cipresso
Portare ad ebollizione due litri di acqua, unire le bacche e le foglie, coprire, sobbollire per qualche minuto e poi versare in una bacinella. Aggiungere l’essenza all’ultimo momento, avendo l’accortezza di veicolarla con un cucchiaino di miele, poiché gli oli essenziali non sono solubili in acqua e quindi vanno prima miscelati per favorire la loro dispersione nel liquido.
Mettersi sopra il vapore, che sale dall’infuso bollente, coprendo la testa e il contenitore con un telo. Rimanere così per circa 7/8 minuti, dopo lasciar asciugare il vapore formatosi sulla pelle, passare un cubetto di ghiaccio e stendere una crema a base, ad esempio, di alcune di queste sostanze: estratto frutti di rosa canina, betulla, tormentilla, olivo, tè verde.
Giulia Zeroni
Consulente del Ben*Essere su misura – giornalista pubblicista
(articolo pubblicato sul quotidiano “Mondoliberonline.it”, non più attivo)